GUIDA AL COMPOSTAGGIO

INDICE

  • INRODUZIONE AL COMPOSTAGGIO;
  • CHE COSA UTILIZZARE;
  • SCELTA DEL LUOGO: IN TERRAZZA – IN GIARDINO;
  • GRINDO: INIZIARE L’ATTIVITA’ DI COMPOSTAGGIO;
  • GRINDO: GARANTIRE I GIUSTI PARAMETRI;
  • INCOVENIENTI E SOLUZIONI;
  • TEMPI DI GESTIONE E UTILIZZO DEL COMPOST;
  • FASI DEL COMPOSTAGGIO.

 

 

Introduzione al compostaggio
L’utilizzo della compostiera e’ destinato a persone adulte.
Il seguente manuale vi illustrerà in maniera semplice e dettagliata come avviare l’attività di compostaggio e gestire al meglio le sue fasi per non incorrere in sgradevoli inconvenienti.
Oltre alla compostiera si consiglia di dotarsi di tre accessori per poter svolgere agevolmente questa nuova attività:
- un contenitore (tipo secchio piccolo) da porre sotto al lavandino;
- un rastrello per smuovere la superficie del cumulo quando inseriamo materiale fresco;
- un po’ di pazienza e impegno quotidiano accompagnato dalla convinzione che questa nuova pratica possa contribuire realmente a tutelare la salute del nostro pianeta, sottraendo i nostri rifiuti organici dal ciclo di trasporto e stoccaggio in discarica.

Questo speciale attrezzo domestico permette di agevolare le operazioni di confinamento dei nostri scarti avviandoli al processo di compostaggio, garantendo il necessario apporto di ossigeno. Ciò nonostante e’ importante capire che questa pratica necessita di un impegno condiviso da tutta la famiglia, ad esempio in cucina quando raccogliamo gli scarti, e di una persona che gestisca il conferimento in compostiera almeno una/due volte a settimana. Se decidiamo di affrontare la pratica del compostaggio domestico in ambienti quali il terrazzo oppure in veranda, si consiglia di seguire in modo rigoroso questa guida nei primi 12 mesi, successivamente, con l’esperienza acquisita, possiamo modificare le nostre abitudini in base alle quantità di materiale che siamo soliti gestire settimanalmente.
Se invece affrontiamo questa nuova pratica in giardino o in campagna, avremo sicuramente meno preoccupazioni e soprattutto durante le fasi di prelievo del compost ci sembrerà piu’ facile distribuire il fertilizzante nell’orto.
La qualità dei nostri risultati e’ sempre proporzionale al tempo che noi vogliamo dedicare a questa nuova attività. Per ottenere un materiale di prima scelta in fase di prelievo si rimanda alla sezione TEMPI DI GESTIONE ED UTILIZZO DEL COMPOST.

 

Che cosa utilizzare

Le materie prime per la produzione del compost sono gli scarti organici. Non tutti hanno però le stesse potenzialità di decomposizione e la stessa efficacia fertilizzante: ci sono sostanze che si trasformano più lentamente di altre ed elementi trattati chimicamente che non vengono attaccati dagli organismi decompositori.

Di seguito una tabella riassuntiva per gestire i vari scarti organici: MAI (da non introdurre); IN PICCOLE QUANTITA’;SEMPRE.

 
MAI

Gusci di noci (sono a degradazione troppo lenta)

Rami e legnetti (sono di lenta degradazione e ostacolano il sistema a manovella di Grindo)

Ossa carne e pesce in grande quantità

Contenitori di cartone accoppiato (tetra pack)

Carta inchiostrata patinata o plastificata

Filtri aspirapolvere, olio gomma e tessuti sintetici

Foglie di quercia e fogliame stradale

Tessuti in genere in quanto spesso tinti con coloranti sintetici

 

IN PICCOLE QUANTITA'

Bucce di agrumi

Carne, pesce, e salumi(a piccoli pezzi e ricoperti da uno strato di terra)potrebbero attirare insetti o animali indesiderati

Letame

Foglie di castagno, pioppo, betulla, noce, acacia, magnolia, poiché ricche di lignina sono di lenta degradazione 

Piante malate ed erbacce con semi
Lettiere biodegradabili di piccoli animali
Trucioli di legno
SEMPRE
Avanzi di frutta e cibo sia cotti che crudi
Filtri di the e fondi di caffè
Rifiuti in carta come tovaglioli e sacchetti del pane, anche unti
Piante da vaso, fiori e terriccio
Peli, piume
Fogliame senza rami (sminuzzato per abbreviare i tempi di decomposizione) ed erba tagliata, (appassita e a piccoli strati)
Scarti dell’orto,  piante senza semi
Cenere

In generale, quanto più è vario il materiale che si raccoglie per produrre compost, tanto maggiore saranno le garanzie di un buon risultato finale.

!!! Sotto il lavandino raccogliamo piccole/medie quantità di organico alla volta, portando il materiale in compostiera 1-2 volte alla settimana. Un secchio per l’organico troppo grande potrebbe generare cattivi odori, perché può cominciare a macerare.

!!! SPEZZETARE L’ORGANICO FRESCO

Prima di conferire del nuovo materiale cercare di ridurre a piccoli pezzetti tutte le parti. Questo operazione preliminare accelera il processo di compostaggio e ci facilita la possibilità di mischiare l’organico fresco con del terriccio oppure con l’organico piu’ vecchio all’interno della composiera grazie all’uso di un piccolo rastrello. Quindi soprattutto quando gestiamo gli avanzi voluminosi di frutta e verdura dobbiamo tagliuzzare il materiale.

SCELTA DEL LUOGO

 

GRINDO in terrazzo o cortile/veranda

Il compostaggio sulla terrazza si può fare senza paura come in giardino. Chi non possiede uno spazio verde può comunque affrontare l’impegno del compostaggio domestico grazie alla compostiera GRINDO. Non esistono però particolari indicazioni per utilizzarla in questo luogo; le regole di questo manuale valgono anche in  terrazzo come in giardino. Sicuramente una compostiera maleodorante ci preoccupa di più se questa si trova sul terrazzo. State tranquilli, Grindo e’ costruita per far respirare e far sudare il cumulo di rifiuti, quindi per accelerare il processo di compostaggio evitando i cattivi odori.

Scegliere un luogo soleggiato della terrazza o cortile. Nelle stagioni più calde dobbiamo garantire il giusto grado di umidità nella compostiera; potrebbe quindi essere necessario annaffiare periodicamente  la compostiera molto esposta ai raggi solari, per evitare un compostaggio troppo lento.

 

GRINDO in giardino (NON USARE LA CASSETTA DI RACCCOLTA DEL PERCOLATO)

 

In giardino la compostiera va piazzata sul terreno senza la cassetta di raccolta. Sarà infatti il giardino stesso ad assorbire l’eventuale percolato che dovesse fuoriuscire dai fori di scolo posti sotto la base della compostiera, favorendo l’ingresso dei lombrichi dal terreno stesso.
L’ubicazione più indicata è un angolo del giardino o dell’orto, adatto ad ospitare il contenitore e poter lavorare con comodità. È preferibile scegliere una zona riparata da piante a foglia larga, che durante il periodo estivo garantiscano l’ombreggiamento, mentre in inverno avendo perso le foglie, lascino filtrare i raggi solari. La compostiera GRINDO e’ dotata alla base di alcuni fori di aereazione e , posizionata sul terreno, si trovarà rialzata di circa 6 cm grazie ai piedi del contenitore. Quindi l’aereazione della base della compostiera si trova già nelle condizioni ideali e non occorre preparare una base di ramaglie sotto la compostiera. Prima di procedere all’installazione occorre smuovere la terra per facilitare l’ingresso degli organismi de compositori e, solo per la prima volta, inserire un secchio di terriccio misto a foglie seche oppure ad argilla dentro la compostiera.

 

GRINDO: iniziare l’attività di compostaggio

Procurarsi del terriccio con un po’ di argilla oppure pomice oppure  foglie secche da mischiare al terriccio. Dobbiamo costruire la base di partenza per la nostra compostiera! In terrazzo o in balcone, per evitare brutti odori, dobbiamo preparare una base di terriccio e argilla che agisca da materiale assorbente di eventuali scoli di percolato. Quindi riempire il fondo della compostiera con 5-6 cm di terriccio e palline di argilla (fig. 1); Riempire per metà la cassetta di raccolta del percolato sempre con terriccio e palline di argilla e successivamente infilarla sotto la compostiera FIG: 2.

GRINDO: garantire i giusti parametri (acqua, ossigeno, carbonio/azoto)

Grindo e’ costruita per far respirare e far sudare il cumulo di rifiuti. I cattivi odori nascono infatti a causa di una carenza di ossigeno, oppure un eccesso di umidità o un compattamento del cumulo. In terrazzo come in giardino l’attività di compostaggio deve essere svolta nel rispetto di tre parametri fondamentali: il primo parametro e’ l’ossigeno: il compostaggio e’ un processo aerobico. E’ importante quindi garantire l’aereazione del cumulo all’interno della compostiera. Grindo, grazie alla sua struttura a maglia garantisce la giusta aereazione, inoltre l’azione del SISTEMA ANTICOMPATTAMENTO A MANOVELLA  in dotazione, permette di smuovere il cumulo di rifiuti impedendo il suo compattamento. L’azione di questo meccanismo (ogni 20 gg ) ci permette in modo agevole lo spostamento della massa di rifiuti permettendo all’ossigeno di circolare anche nel cuore del cumulo accelerando quindi il processo di compostaggio. Al centro del cumulo, dopo 5/6  mesi d’attività, il volume dell’organico tenderà a compattare il cumulo. Grazie all’azione del meccanismo smuoviamo scavando dei solchi e ri-bilanciamo il parametro dell’ossigeno. La manovella ci aiuta inoltre nelle operazioni di prelievo del compost.

(!) Blocco del meccanismo: Se inseriamo nella compostiera degli scarti non spezzettati(tipo pane raffermo), oppure rami di alberi e siepi, vista la loro lenta degradazione, potrebbero causare il blocco del sistema anticompattamento. In questi casi NON FORZARE LA MANOVELLA, ma provare a smuovere dall’alto con un bastone o pala il cumulo intorno al meccanismo.

Quindi grazie alle sue caratteristiche costruttive Grindo riesce già a garantire i giusti parametri di umidità e ossigeno all’interno della compostiera, senza la necessità di faticosi e fastidiosi rivoltamenti dell’intero cumulo come avviene con le classiche compostiere in plastica.

Il secondo parametro fondamentale è l’acqua. Senza l’umidità adeguata le reazioni di trasformazione rallentano e potrebbero cessare fermando anche il processo di compostaggio. Occorre quindi che un leggero velo d’acqua ricopra i rifiuti da compostare. Per regolare questo parametro innaffiare il cumulo nei periodi estivi in caso di una massa troppo secca, e aggiungere al contrario materiale più secco in periodi piu’ freddi e umidi.

Il terzo parametro e’ rappresentato dal rapporto (3:1) tra carbonio e azoto cioè tra rifiuti secchi e umidi:

RIFIUTI SECCHI (ricchi di carbonio)70%: foglie secche,terriccio, cartone, trucioli.

RIFIUTI UMIDI (ricchi di azoto)30%: erba, avanzi di cibo, parti verdi in genere.

E’ molto importante dare al cumulo di rifiuti la giusta struttura per evitare un processo di compostaggio ritardato (cumulo secco), oppure l’insorgere di cattivi odori (cumulo troppo umido).Quindi e’ importante riuscire a introdurre il  giusto mix all’interno della compostiera e se necessario , per chi per esempio non possiede piante da giardino o in vaso, procurarsi del materiale secco come terriccio, trucioli o cartone spezzettato da mischiare agli avanzi da cucina (più umidi), oppure in alternativa usiamo anche il compost maturo.

Procurarsi materiale secco

Il processo di compostaggio inizia con i nostri primi scarti conferiti e si rinnova ogni volta che aggiungiamo nuovo materiale. Quando iniziamo a utilizzare la nostra compostiera in terrazzo dobbiamo necessariamente preoccuparci di inserire all’interno il giusto mix di elementi (rapporto materiale secco/umido) per non incorrere in spiacevoli inconvenienti. Quindi e’ indispensabile avere a disposizione nella fase iniziale (primi quattro mesi) del materiale secco e assorbente (tipo terriccio,  con un po’ di argilla, cartone spezzettato,  trucioli) da mischiare agli avanzi della cucina. Successivamente, dopo un periodo di circa quattro/cinque mesi, nel fondo della compostiera si sarà già formato del compost fresco che puo’ essere utilizzato nell’orto con le dovute precauzioni come  vedremo (tempi di gestione del compost) oppure possiamo decidere di trasferire parte di questo compost nella compostiera stessa prelevandolo con una paletta e inserendolo dall’alto insieme agli scarti freschi. Questa operazione ci permette di mischiare e coprire i rifiuti nuovi con del materiale più secco ma anche di accelerare il processo di compostaggio dei rifiuti nuovi grazie all’apporto di batteri funghi e acari presenti all’interno del compost fresco prelevato dal basso.
Per chi non ha a disposizione vasi con terriccio vecchio, oppure foglie secche, questa operazione puo’ ridurre la necessità di procurarsi del materiale secco, tenendo pero’ in considerazione il grado di umidità del compost fresco che preleviamo dallo sportello di sotto.
Bisogna anche considerare che d’inverno avremo bisogno di piu’ materiale secco per garantire il giusto parametro di umidità, mentre nelle stagioni o regioni piu’ calde, la velocità di evaporazione dell’umidità e’ superiore, quindi useremo meno terriccio/materiali secchi per bilanciare questo parametro.

Inconvenienti e soluzioni

Può capitare che si verifichino inconvenienti più o meno fastidiosi, soprattutto per chi è alle prese per la prima volta con la pratica del compostaggio domestico. Di seguito vengono riportati i piccoli problemi che possono sorgere e alcuni consigli per risolverli.
 
  • Presenza di ospiti indesiderati (topi e animali simili ). La loro eventuale presenza nel cumulo è dovuta all’accumulo di materiali freschi non coperti e poco adatti al processo. Per evitare questo inconveniente basterà coprire subito il materiale fresco con altro materiale già compostato o con del semplice terriccio.
  • Presenza di moscerini della frutta. La loro eventuale presenza nel cumulo è dovuta all’accumulo di materiali freschi non coperti e poco adatti al processo. Niente paura! E’ normale soprattutto all’inizio. Per evitare questo inconveniente basterà coprire subito il materiale fresco con altro materiale già compostato o con del semplice terriccio.
  • Presenza di formiche. In primavera le formiche saranno sicuramente attratte dalla nostra nuova attività.
Se desideriamo limitare le loro visite consigliamo l’uso della cenere oppure del borotalco da spargere lungo le vie delle formiche oppure intorno alla compostiera. 
  • Formazione di cattivi odori. La loro formazione, come abbiamo visto, è dovuta principalmente ad eccessi di azoto (ad es. proporzione eccessiva di erba o rifiuti da cucina) e /o a condizioni di assenza di ossigeno con eccessivo compattamento della massa. Per entrambe le cause la soluzione migliore sarebbe quella di aggiungere una certa quantità di scarti carboniosi (foglie secche, terriccio) e compiere un rivoltamento del materiale.
  • Lento processo di compostaggio. Presumibilmente sono state immesse quantità troppo elevate di scarti secchi e/o con tempi di decomposizione particolarmente lunghi. Aggiungere scarti umidi (erba, rifiuti di cucina) e rivoltare, eventualmente in estate annaffiare il cumulo.
  • Troppa erba o troppi rifiuti da cucina. Questi materiali, come già detto in precedenza, sono molto umidi, tendono a compattarsi e a sviluppare fermentazioni anaerobiche. Per questo è opportuno agire preventivamente, lasciando asciugare ad esempio gli sfalci d’erba sul prato quando sono bagnati, e aggiungerli nella compostiera una volta più secchi.

Tempi di gestione e utilizzi del compost

 

PRELIEVO DEL COMPOST

Affrontare questa nuova pratica rappresenta innanzitutto il nostro impegno per sottrarre i residui umidi della cucina dal processo di raccolta porta a porta dei rifiuti. Quando arriverà il momento di prelevare il materiale dalla nostra compostiera, dobbiamo decidere in che modo utilizzare il compost; questo infatti a causa del continuo apporto di materiale fresco presenterà al suo interno elementi ancora in fase di decomposione. In questa fase possiamo decidere di spargere il materiale prelevato direttamente su un terreno/orto. Se invece decidiamo di utilizzare al meglio le qualità di questo fertilizzante e quindi produrre un compost di prima scelta che sia facilmente utilizzabile in piccoli vasi, dobbiamo necessariamente vagliare il materiale con appositi setacci, per eliminare il materiale ancora non decomposto; l’utilizzo di un vaglio (10÷20 mm) permetterà di separarli, magari per essere reimpiegati nuovamente per migliorare l’aerazione del compost successivo.

Infine, per valutare il grado di maturità di un compost, è solitamente sufficiente conoscere il tempo trascorso dalla data di allestimento e giudicare l’aspetto: il colore deve essere marrone scuro, l’odore assente o di terriccio di sottobosco, la consistenza soffice e friabile.

E’ indispensabile quindi dotarsi di un piccolo rastrello con un manico sufficientemente lungo per scavare e prelevare da tutta la base della compostiera, e di un vaglio abbastanza robusto per setacciare 2-3  kg alla volta di materiale.

Tipi di compost

Gli orti e i giardini delle nostre case possono soffrire dei medesimi problemi della grande agricoltura, in quanto sottoposti ad una continua asportazione di elementi fertilizzanti da parte di ortaggi, fiori, roseti, erba dei prati, ecc. Il compost, con il suo 40-60% di sostanza organica, è in grado di ripristinare la normale struttura di un terreno sfruttato dalle lavorazioni e dalle colture. Le caratteristiche e gli utilizzi del compost cambiano però in funzione della qualità e del tempo:

  • Compost fresco. È il compost di età compresa fra 2 e 4 mesi. Può essere utilizzato sulle aiuole, nell’orto, alla base degli alberi, preferibilmente in autunno, incorporandolo nei primi centimetri del terreno, o nella tarda primavera, quando le piante sono già in fase di vegetazione avanzata.

Nei terreni sabbiosi, più soffici e arieggiati, è possibile distribuire una quantità superiore di compost fresco, risultando favorita la sua decomposizione. L’impiego di compost fresco consente di apportare al terreno interessanti quantità di sostanza organica ed elementi fertilizzanti, ma una dose bassa di humus rispetto al compost maturo. Il compost fresco non deve essere utilizzato come terriccio per invasare fiori e piante o, comunque, a diretto contatto con le radici, in quanto in esso i processi di decomposizione sono ancora attivi e producono sostanze che possono risultare dannose per gli apparati radicali delle piante.

  • Compost pronto. È il compost che ha un’età compresa tra i 6 ed i 9 mesi; ha un minore effetto concimante, ma una migliore stabilizzazione. Può essere impiegato sia sul terreno dell’orto per la sua fertilizzazione, che su quello del giardino in preparazione della semina o del trapianto.

  • Compost maturo. Trascorsi 9-12 mesi dall’allestimento del cumulo o del composter, a seconda delle condizioni climatiche in cui si è operato e dei rifiuti impiegati, si otterrà un compost che può essere definito maturo. Durante questo lasso di tempo si verifica una riduzione in peso mediamente del 50% rispetto ai rifiuti iniziali ed una diminuzione di volume, rispetto alla percentuale degli scarti triturati, variabile tra il 30 ed il 40%. È idoneo per l’impiego come substrato colturale per la coltivazione delle piante in vaso. Il compost maturo può essere distribuito in qualsiasi stagione sul terreno nudo, dell’orto e del giardino, in uno strato di alcuni centimetri di spessore che verrà poi leggermente interrato. In primavera ed in autunno lo si impiega direttamente nei solchi di semina dell’orto o nella buca di piantagione, dato che non crea problemi anche a diretto contatto con le radici nude e i semi. È indicato principalmente per le piante d’appartamento ed è un ottimo materiale per il rincalzo delle rose appena potate e per riinerbire zone di prato a vegetazione stentata.
 

Fasi del compostaggio

Il compostaggio è un processo biologico di stabilizzazione aerobica (che necessita cioè dell’ossigeno presente nell’aria) dei rifiuti organici. Queste materie, grazie all’azione di batteri contenuti nel terreno e negli scarti, si decompongono trasformandosi in soffice terriccio ricco di humus, che svolge importantissime funzioni:
  • migliora la struttura dei suoli sabbiosi
  • conferisce un colore più scuro al terreno, facilitandone il riscaldamento per opera dei raggi solari
  • trattiene acqua in quantità molto superiore al suo peso, prevenendo l’essiccamento del terreno e favorendo la ritenzione idrica
  • contribuisce, combinandosi con le argille, alla formazione di una buona struttura del terreno, che aumenta la porosità, favorisce l’aereazione migliora la permeabilità del suolo
  • rende più soffici e facili da lavorare i terreni argillosi
  • ha una funzione tampone, cioè si oppone alle variazioni di acidità
  • la sua lenta decomposizione libera composti minerali di carbonio, azoto e fosforo, che verranno utilizzati dalle piante, fungendo così da riserva di nutrienti a lenta cessione per gli organismi vegetali
  • lega diversi elementi (ad es. l’alluminio, il nichel, il cadmio, il piombo e il cromo) pericolosi per la loro azione tossica o cancerogena, rendendoli indisponibili per l’assorbimento negli organismi.
 
Il processo di trasformazione in compost si definisce biologico perché gran parte del merito
della trasformazione è degli organismi decompositori (funghi, batteri, lombrichi, ecc.) contenuti
nel terreno e negli scarti che degradano e trasformano la sostanza organica. La decomposizione si definisce aerobica, per la necessità di ossigeno da parte degli organismi decompositori, e si articola in due fasi:
la prima, detta biossidativa, la degradazione dei materiali organici procede rapidamente e con temperature elevate , la fase successiva è detta di maturazione;
 
Gli organismi  protagonisti di queste due fasi sono gli organismi decompositori, suddivisibili in due categorie principali: 1) i detrivori, animali consumatori di sostanza morta (es. acari e lombrichi), che agiscono sminuzzando, ingerendo ed espellendo la sostanza organica, dando l’avvio alla decomposizione. In particolare i lombrichi miscelano gli scarti vegetali con il terreno, scavano cunicoli e gallerie nel suolo aumentandone la porosità, l’aereazione ed il drenaggio e depositano deiezioni (ingeriscono quotidianamente una quantità di detriti e terreno maggiore del loro peso) ricche di sostanze organiche e nutrienti. 2) i decompositori (funghi e batteri), che intervengono successivamente, producendo enzimi che intaccano la sostanza organica e la demoliscono: prima e in modo molto rapido nelle sostanze più facilmente utilizzabili (zuccheri, grassi e proteine), mentre molto più lenta è la decomposizione dei vegetali più resistenti quali la cellulosa e la lignina. Affinché il processo si sviluppi in modo adeguato e in tempi ridotti rispetto a quelli naturali occorre mantenere, nel materiale da compostare, le condizioni di vita ideali per questi microrganismi.

 
Fonti: Legambiente; ARPAV Centro agroalimentare Osservatorio regionale per il compostaggio; AMSA; ENIA; CSVS

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